Il capo della lobby bancaria afferma: "C'è un tentativo di sostituirci" mentre cresce l'ascesa delle stablecoin: Report

I gruppi di lobbying delle banche tradizionali si stanno apparentemente schierando contro le criptovalute in vista delle prossime azioni legislative sugli asset digitali a Washington, DC.

I rappresentanti delle banche più piccole sono preoccupati per l’impatto delle stablecoin sul loro business, secondo quanto riporta Politico.

Christopher Williston, presidente e CEO dell’Independent Bankers Association of Texas, ha dichiarato all’agenzia di stampa che “sembra che ci sia una mossa per sostituirci”, esprimendo preoccupazione che i clienti delle piccole banche possano trasferire i loro fondi in prodotti di asset digitali.

Williston sostiene che il GENIUS Act, firmato il mese scorso dal Presidente Donald Trump, rappresenti “una minaccia fondamentale ai depositi bancari” per le banche di comunità.

La nuova legislazione stabilisce un quadro normativo per le stablecoin, richiedendo che ogni token sia completamente garantito da asset liquidi come contanti o titoli di Stato USA a breve termine.

Diverse associazioni di categoria bancaria hanno inoltre recentemente inviato una lettera ai legislatori chiedendo loro di considerare l’abrogazione di una sezione del GENIUS Act che, secondo loro, consente alle istituzioni di deposito non assicurate di eludere la supervisione normativa statale.

“La Sezione 16(d) consente a qualsiasi istituzione di deposito non assicurata con una sussidiaria di stablecoin, autorizzata a livello statale, di svolgere attività tradizionali (cioè non esclusivamente legate alle stablecoin di pagamento) di trasmissione di denaro e custodia su tutto il territorio nazionale tramite tale sussidiaria, bypassando così la licenza dello stato ospitante e consentendo una supervisione statale sostanzialmente inferiore. Questa inedita prevaricazione sulla legge e la supervisione statale indebolisce le fondamentali tutele per i consumatori, crea opportunità di arbitraggio normativo e mina la sovranità degli stati.

Le istituzioni di deposito non assicurate presentano rischi distinti, e i singoli stati hanno un forte interesse a salvaguardare i propri residenti dal rischio accresciuto di danni finanziari nel caso in cui tali istituzioni falliscano o danneggino i consumatori.”

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